Come si può massimizzare l’informazione ottenuta con il dermatoscopio? Ashfaq Marghoob, MD, attending physician presso lo Sloan-Kettering Cancer Center, New York, New York, USA ha condiviso 7 consigli e suggerimenti per utilizzare al meglio la dermoscopia.
#1: Come del nastro può prevenire una biopsia
Alla dermoscopia, punti e macchie (lamelle) con distribuzione atipica possono suggerire neoplasie. Tuttavia, punti e macchie transitorie possono apparire anche dopo esposizione a ultravioletti (UV), e riflettere l’accumulo di melanina nello strato corneo. Questi punti e macchie transitorie possono apparire entro poche settimane di esposizione e possono risolversi spontaneamente in circa 6-10 settimane. Nel melanoma maligno, tuttavia, c’è un accumulo di melanina in tutti gli strati dell’epidermide, e tali punti e macchie non scompaiono. Utilizzare del nastro per strappare via lo strato superiore della lesione può aiutare a distinguere punti e macchie transitorie da elementi più preoccupanti e permanenti. Se la pigmentazione è soltanto nello strato corneo, si può strappare via, mentre non è possibile strappare via una vera macchia.
#2: Come può una penna essere di ausilio per differenziare creste e solchi (dermatoglifi)
Perché è così importante differenziare tra creste e solchi nei palmi delle mani e nelle piante dei piedi? I nevi tendono a formare cluster intorno alla cresta carnosa associata con il solco, e trasferiscono la loro melanina ai cheratinociti adiacenti sotto il solco. Al contrario, il melanoma tende a formare cluster intorno alle aperture eccrine e a trasferire la sua melanina ai cheratinociti adiacenti, muovendo verso l’alto. Pertanto, si vede la pigmentazione nella cresta per il melanoma, e nel solco per un nevo. Dermoscopicamente, può costituire una sfida distinguere tra la cresta e il solco. Eseguire un test con l’inchiostro del solco, tipicamente con una penna marcatrice chirurgica con inchiostro metilvioletto, può essere di ausilio nel vincere questa sfida, evidenziando le creste e le aperture eccrine e rendendo più semplice determinare se la pigmentazione è situate nelle creste o nei solchi.
#3: Dermoscopia dinamica
Applicare una pressione orizzontale per spostare avanti e indietro la pelle può essere utile nel determinare cosa sta succedendo dentro una lesione. Su porzioni della pianta del piede non sottoposte a carico diretto la melanina solitamente si accumula in un pattern lineare che è riconoscibile come benigno. In aree sottoposte a carico diretto, tuttavia, la frizione può dare luogo a inclinazione obliqua della pigmentazione attraverso lo strato corneo. Di conseguenza, può essere difficile distinguere dermoscopicamente tra un pattern fibrillare benigno e uno maligno in queste aree. Spingere avanti e indietro orizzontalmente con il dermatoscopio può aiutare l’operatore a determinare se la pigmentazione è realmente distribuita in un pattern diritto e lineare o se invece è irregolare. Questa tecnica è detta dermoscopia obliqua.
#4: Sfruttare la potenza della macchina fotografica dello smartphone per visualizzare meglio strutture dermoscopiche
Molte macchine fotografiche degli smartphone hanno una modalità HDR (high dynamic range, range dinamico elevato) che può potenziare i risultati della dermoscopia. Fare una foto con HDR crea immagini multiple a differenti esposizioni, che sono poi combinate, così fornendo una visualizzazione migliore di strutture che potrebbero essere osservate meglio in un’esposizione oppure nell’altra. Queste immagini forniscono una visualizzazione più chiara dei vasi sanguigni e di altre strutture di una lesione.
#5: Utilizzare una penna per evidenziare la terza dimensione
Un potenziale limite della dermoscopia è che cattura strutture tridimensionali in 2 dimensioni, essendo possibile che non sia in grado di catturare strutture o caratteristiche che possono essere osservate con l’occhio utilizzando l’illuminazione laterale o toccando la lesione. Può essere difficile vedere tutte le strutture all’interno di lesioni comuni come la cheratosi seborroica, facendole apparire senza aspetti caratteristici e senza struttura alla dermoscopia, e pertanto più simili in apparenza al melanoma maligno. Utilizzare una penna marcatrice chirurgica al metilvioletto per evidenziare la lesione può rendere più visibili strutture tridimensionali come le aperture comedo-simili e le strutture cerebriformi. Questa tecnica può essere utile anche per esaminare lesioni comuni di colore rosa alle estremità caratterizzate da vasi puntiformi o vasi glomerulari, che possono assomigliare al carcinoma squamocellulare quando osservate attraverso un dermoscopio. La comparsa della lamella cornoide quando evidenziata dal metilvioletto è in grado di identificare questo tipo di lesione come una porocheratosi che non necessita di biopsia.
#6: Nella luce giusta nel momento giusto, tutto è straordinario
La dermoscopia a luce standard e la dermoscopia a luce polarizzata forniscono informazioni complementari, con alcuni aspetti che risultano più visibili con un tipo di luce che con l’altro. La luce standard è migliore per visualizzare gli strati superficiali della pelle, e pertanto è utile per visualizzare il velo blu biancastro associato con ortocheratosi, granularità associate con strutture in regressione, aperture comedo-simili e cisti millia-simili. D’altro lato, la luce polarizzata vede meglio strutture più profonde, ed è superiore nel visualizzare i vasi sanguigni e le alterazioni stromali, che appaiono come linee bianche lucenti. I dermatoscopi ibridi consentono all’operatore di passare da luce standard a luce polarizzata; ciò può creare un effetto lampeggiamento (blink sign) per strutture che sono più visibili con un tipo di luce.
#7: Lesioni che oscillano vs. lesioni che scivolano (alla dermoscopia orizzontale)
Muovere avanti e indietro orizzontalmente la lesione, e valutare se l’intera lesione oscilla avanti e indietro o scivola può aiutare a distinguere fra processi a carico del derma e lesioni più superficiali.